S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

Viene spontaneo nella festa di oggi guardare alla famiglia di Gesù Giuseppe e Maria come ad una famiglia modello e sentire un senso di inadeguatezza guardando alla propria famiglia, specie magari se ci si ritrova nella situazione di essere divorziati, separati o in unioni ricomposte.

Il brano di oggi ci presenta tutt’altro che una famiglia tranquilla, senza incomprensioni, sbagli (si perde un figlio dodicenne), con fatiche nel dialogo, nel capire il perché di certi fatti e risposte. Mi vien da dire che il vangelo ci presenta una famiglia normale, quello che succede nelle nostre famiglie.

Allora qual è la buona notizia del vangelo di oggi? Possiamo vedere che non esiste una famiglia perfetta, ma che il compito di una famiglia è quello di rendere normale l’amore, far sperimentare che il prendersi cura dell’altro, l’aiuto vicendevole sono una cosa normale in famiglia.

Questo lo possiamo vedere in alcuni atteggiamenti. Il primo, Maira e Giuseppe, sono angosciati per la perdita del figlio, trovatolo lo richiamano. Due genitori che fanno respirare al proprio figlio che ci sono per lui e che si vogliono bene tra di loro. Di questo hanno bisogno i figli: che i genitori facciano trasparire che si vogliono bene e che ci sono per i figli man mano che crescono. Questo significa rendere normale l’amore.

“Non sapete che devo occuparmi delle cose del Padre mio”. Con questa risposta Gesù spiazza i genitori, crea incomprensione eppure Gesù ricorda o annuncia a Maria e Giuseppe che ogni figlio che è nato ha una volontà di Dio da compiere. Ogni figlio è un dono di Dio che passa per i genitori e che il compito dei genitori è aiutarlo a scoprire e fare la volontà di Dio perché sia contento, abbia vita piena. E’ aiutarli a mettere le ali, a far fiorire la bellezza che hanno in loro non farli diventare una fotocopia con una vita priva di entusiasmo. Come genitori chiediamo al Signore che ci aiuti a capire chi diventerà nostro figlio, lo guardiamo con gli occhi di chi si pone accanto per far fiorire in lui una vita piena. Oppure c’è il rischio di assecondarli sempre?

Dopo il confronto/scontro, Gesù ritorna a Nazareth e sta loro sottomesso. Gesù fino ai trent’anni impara dalla vita quotidiana, dai gesti, dalle parole di una mamma, di un papà. Passa per la quotidianità della fatica di un lavoro, delle preoccupazioni di mandare avanti una famiglia. Ma i nostri figli sono ancora disposti ad imparare, o vogliono già tutto e subito?

E poi Maria, nello smacco della risposta di Gesù, in quello che è accaduto, non lascia cadere nulla ma custodiva tutte queste cose nel suo cuore. Cioè le tiene insieme, anche se nell’immediato non hanno ancora un senso, non si riesce a collocarle. Lei le tiene insieme per capire la strada da percorrere. Noi a volte vorremo che certi fatti, certe situazioni, errori non ci fossero stati nella nostra vita, Maria ci insegna a non buttare via niente e tessere la trama per capre come il Signore ci chiama a rendere credibile e normale il volersi bene dentro una famiglia, anche in quelle situazioni di fallimento.

Guardando alla famiglia di Nazareth, ringraziamo le nostre famiglia, la comunità cristiana (famiglia di famiglie) che ci aiutano a rendere normale l’amore.