S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

foglietto n. 27/2022

Domenica 3 Luglio  2022
XIV Tempo Ordinario 

Prenotazione delle Messe per i defunti: in canonica e in sacrestia prima e dopo le celebrazioni

* Gesto di Carità: Raccolta dei generi alimentari – CESTO della CONDIVISIONE, in Chiesa (aiuto alle famiglie del territorio, si portano generi di prima necessità riso, legumi, scatolame) verranno distribuiti al sabato pomeriggio a Levada;

Orario estivo Messe domenicali – fino a fine agosto
ore 8.30 a Silvelle – ore 10.00 a S. Ambrogio
Messe feriali a S. Ambrogio in luglio e agosto al martedì e venerdì ore 7.00

Norme anti Covid per celebrazioni e le attività pastorale – emanate della CEI dal 15 giugno:
* non è obbligatorio, anche se raccomandato l’uso della mascherina nelle celebrazioni;
* si continua ad igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto;
* si consiglia ai ministri (presbiteri e laici), di igienizzarsi le mani e indossare la mascherina per la distribuzione della Comunione;

Appuntamenti della settimana e Avvisi pastorali

Domenica 3 Luglio: S. Messa al mattino ore 10.00 a S. Ambrogio – ore 8.30 a Silvelle;
Apertura Bar dell’Oratorio: al mattino ore 10.15 – 12.30   al pomeriggio ore 15.00 – 18.00
* Martedì 5 Luglio ore 20.45 in Salone del Teatro: Incontro dei responsabili della Sagra paesana e dei gruppi che desiderano collaborare a questa iniziativa parrocchiale, per offrire suggerimenti e proposte;
Domenica 10 Luglio: Messa a S. Ambrogio ore 10.00 – ore 8.30 a Silvelle;

Da Giovedì 6 Luglio a Domenica 9 Luglio, AMBROFEST a S. Ambrogio appuntamento estivo che ritorna dopo due anni, con serate di animazione per giovani e famiglie, con buon cibo, musica e divertimento

COMMENTO AL VANGELO

Attraversare con fiducia la terra dei lupi
di E. Rocchi

Vangelo di Luca (10, 1– 20)
    Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi».

Vanno i settantadue discepoli, a due a due, quotidianamente dipendenti dal cielo e da un amico; senza borsa, né sacca, né sandali, senza cose, senza mezzi, semplicemente uomini. «L’annunciatore deve essere infinitamente piccolo, solo così l’annuncio sarà infinitamente grande» (G. Vannucci).

Non portano niente e dicono: torniamo semplici e naturali, quello che conta è davvero poco. I discepoli sono dei ricostruttori di umanità, e il loro primo passo contiene l’arte dell’accompagnamento, mai senza l’altro. Due non è la somma di uno più uno, è l’inizio della comunione. Allora puoi anche attraversare la terra dei lupi, passarvi in mezzo, con coraggio e fiducia: vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Che forse sono più numerosi ma non più forti, che possono azzannare e fare male, ma che non possono vincere.

Vi mando come agnelli, senza zanne o artigli, ma non allo sbaraglio e al martirio, bensì a immaginare il mondo in altra luce, ad aprire il passaggio verso una casa comune più calda di libertà e di affetti. I campi della vita sono anche violenti, Gesù lo sconterà fino al sangue, eppure consegna ai suoi una visione del mondo bella come una sorpresa, una piccola meraviglia di positività e di luminosità: la messe è molta, ma gli operai sono pochi. Gli occhi del Signore brillano per il buon grano che trabocca dai campi della vita: sono uomini e donne fedeli al loro compito, gente dal cuore spazioso, dalle parole di luce, uomini generosi e leali, donne libere e felici. Là dove noi temiamo un deserto lui vede un’estate profumata di frutti, vede poeti e innamorati, bambini e giullari, mistici e folli che non sanno più camminare ma hanno imparato a volare.

Gesù manda i suoi discepoli non a intonare lamenti sopra un mondo distratto e lontano, bensì ad annunciare il capovolgimento: il Regno di Dio si è fatto vicino. E le parole che affida ai discepoli sono semplici e poche: pace a questa casa, Dio è vicino. Parole dirette, che venivano dal cuore e andavano al cuore. Noi ci lamentiamo: il mondo si è allontanato da Dio! E Gesù invece: Dio si è avvicinato, Dio è in cammino per tutte le strade, vicinissimo a te, bussa alla tua porta e attende che tu gli apra. In qualunque casa entriate, dite: pace a questa casa.

Gesù sogna la ricostruzione dell’umano attraverso mille e mille case ospitali e braccia aperte: l’ospitalità è il segno più attendibile, indiscutibile, dell’alto grado di umanità che un popolo ha raggiunto (R. Virgili), prima pietra della civiltà, prima parola civile, perché dove non si pratica l’ospitalità, si pratica la guerra e si impedisce lo shalom, cioè la pace che è il fiorire della vita in tutte le sue forme.