S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato…

Queste parole del salmo che abbiamo pregato sono parole che possiamo sentire dalla bocca della donna guarita da Gesù, da Giairo e da sua figlia che Gesù ha portato in vita.

E’ facile cadere, succede per tanti motivi, una malattia, la morte, una prova una fallimento o scelta sbagliata.

Non è facile stare a contatto con il male, con i limiti, spesso per trovare un senso si cerca qualche colpa a se stesse, altri o a Dio. Sono forti le parole del libro della Sapienza: “Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi”. Non è facile stare vicino a chi vive un tempo di prova. Non è scontato neanche dove cercare aiuto, guarigione e salvezza.

A volte in queste situazioni possiamo con facilità scivolare dentro a una fossa. Quali possono essere i passi per risalire?

Nel vangelo possiamo vedere nell’esperienza dei due incontri i verbi della salvezza.

I primi vedere e sentire. Giairo, capo della sinagoga quando vede Gesù si getta ai piedi e chiede aiuto. Imparare a vedere Gesù, gettarsi ai suoi piedi per chiedere aiuto. La donna sente parlare di Gesù va verso di lui per toccarlo. Quando siamo dentro a una fossa non è così scontato riuscire a vedere e sentire chi può aiutarci, il rischio è quello di chiudersi. Giairo e la donna pur nella loro fatica e disperazione sono in ricerca…

Toccare, questo verbo dice contatto ma anche la grande fede di quella donna. La sua consapevolezza di essere impura, cioè sbagliata, per cui doveva stare lontano da tutti non le impedisce di fidarsi di spingersi a toccare Gesù. Avere un contatto con lui. Gesù si lascia toccare, avverte qualcosa di grande che è avvenuto e si ferma con quella donna, e la porta a confessare la sua fede che ha verso di lui. Il toccare comporta il non aver paura di sporcarsi le mani per condividere, per dire non sei solo, ci sono. Gesù tocca, prende per mano la bambina e le dice di alzarsi… tocca la morte per condividerla e portare salvezza.

Un altro verbo è credere: “La tua fede ti ha salvato… non temere, soltanto abbi fede…”

Il credere, l’aver fede è il rischiare di mettersi nelle mani dell’altro, il rischiare di dire da solo non basto ho bisogno di aiuto, mi fido di te anche se l’evidenza dei fatti è un’altra. Nella malattia, nella prova non è facile fidarsi ancora, anzi viene spontaneo chiudersi.

Un ultimo verbo: alzati. Alzarsi è il verbo della risurrezione. Ti ringrazio perché mi hai rialzato, con la tua presenza, fidandomi di te hai permesso che mi rialzi. Posso ripartire, vivere, incamminarmi per sentirei nuovi, portare e trovare vita.

Possiamo anche noi vivere questi verbi per sperimentare la salvezza che Gesù è venuto a portare nelle nostre strade umane.