S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

Nel telaio in questa seconda domenica abbiamo intrecciato il filo dell’ascolto.

Non è facile vivere l’ascolto, oggi abbiamo bisogno tanto di essere ascoltati, ma anche di imparare ad ascoltare. L’ascolto richiede tempo e spazio…

Quante volte ci sentiamo delusi, feriti quando non ci siamo sentiti ascoltati in profondità o nei nostri affetti, come invece dà vita un ascolto empatico. Tuttavia siamo di corsa intenti ad ascoltare le mille chiamate, richieste dall’esterno, ma è difficile fermarsi per andare in profondità. E certo non è facile neanche ascoltare la voce di Dio…

Gesù nel vangelo di oggi offre ai discepoli un’opportunità di fermarsi dal cammino della vita, fare una tappa che offre luce per il loro cammino. Lo fa perché è in ascolto di quello che stanno vivendo, li ascolta anche con gli occhi, lo sguardo che sa penetrare i pensieri. In particolare i discepoli sono disorientati per l’annuncio che Gesù ha fatto della sua passione morte e risurrezione. Un messia così, non è secondo i loro schemi, un Dio che deve patire, vivere la passione non ci sta nella loro mente.

Il primo aspetto allora per vivere l’ascolto è sapere fare spazio all’altro nel nostro cuore, nella nostra vita. Gesù non giudica quello che vivono, non si sente in colpa perché sono disorientati a causa sua, ma fa spazio. Gesù non rimane indifferente ai loro bisogni e li porta sul Tabor.

Nel monte avviene una esperienza di luce, di vita, qualcosa di bello e grande che spiazza i discepoli, “E’ bello essere qui facciamo tre capanne… non sapevano che cosa dire… erano spaventati”. I discepoli di fronte a una esperienza forte si lasciano prendere dal momento, un altro aspetto per vivere l’ascolto è imparare a dare un nome a ciò che viviamo dentro, alle nostre emozioni (reazioni più immediate) e sentimenti che sono emozioni riflesse. I discepoli sono un invito a recuperare un contatto con noi stessi per ascoltare (cioè dare un nome) a ciò che si agita dentro il cuore, ai pensieri, vedere dove ci portano, cosa possono causare. E’ importante per non diventare preda dell’immediato che spesso causa confusione disordine e divisioni.

In questa esperienza di bellezza c’è una voce che parla chiaro: “Questi è il Figlio mio, l’amato ascoltatelo.” Nel nostro caos nel cercare di conoscere il volto di Dio l’invito è chiaro ad aprirci a riconoscere la volto di Dio in Gesù. Ascoltare allora significa dare tempo e cuore alla sua Parola, al Vangelo. Un ascolto che nasce da una fiducia, che ascoltare lui porta a quella luce anche se dobbiamo attraversare momenti di fatica o prova.

“Sarai benedetto…perché hai obbedito alla mia voce”. Obbedire significa agire in modo conforme a quanto disposto, ascoltato. E’ la testimonianza di Abramo nella prima lettura. Ascoltare Gesù porta ad una obbedienza che ci trasforma ci porta ad amare chi Gesù amava, significa preferire chi lui preferiva, rifiutare ciò che lui rifiutava…Un ascolto che porta a guardare la realtà, non stessi con gli occhi suoi.

Fidiamoci di dare spazio e tempo a questa parola al Vangelo di Gesù Cristo. E’ un ascolto che ci trasfigura, ci trasforma il volto e fa splendere nel nostro volto la luce, il calore di Dio Padre.