S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

Le letture di oggi ci presentano il mistero dell’ascensione di Gesù al cielo. Lo paragono come a una corsa a staffetta, dove i corridori si passano il testimone. Ma penso anche a quando una persona ci sta per lasciare che consegna le sue ultime parole, quanto ha di più importante ai suoi cari…

Allora possiamo chiederci verso dove stiamo correndo? Qual è la meta della nostra corsa? Qual è il testimone che Gesù ci ha lasciato?

La meta della nostra corsa sta proprio in quel testimone che Gesù ci ha lasciato: “Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.

La meta della nostra corsa è essere immersi nella bellezza della comunione con Dio che si esprime nella comunione con noi, con gli altri con il creato. Noi non siamo solo creature di Dio, non siamo solamente figli di Dio, ma, per pura gratuità siamo chiamati a condividere in maniera molto speciale la sua intimità. Condividere la sua intimità significa rendere la vita più umana, più semplice, più bella. E’ la bellezza di un gesto di gratuità, di dono, del sacrificio per amore. E’ la bellezza di riscoprirci creature e non Dio. Metterci ogni tanto allo specchio e dirci “Io non sono Dio, Dio esiste; non mi sono creato da solo; non sono il Signore della mia vita, e Dio è grandioso”. I mezzi, la disponibilità economica, ci fanno credere che possiamo bastare a noi stessi, che possiamo tutto, che tutto è lecito. Essere immersi nel battesimo significa riscoprire la nostra creaturalità, che esistiamo attraverso la relazione con l’altro, che non ci diamo la vita da soli, ma attraverso una gratuità che ci precede e che, se accolta, genera vita in noi.

Tante forme d’ingiustizia, di guardare al proprio interesse personale che causano un mal vivere non nasce forse perché abbiamo perso questa condizione di creaturalità, di riferimento a Dio?

Quanta consapevolezza abbiamo in noi della meta della nostra corsa? Quanta consapevolezza c’è in noi di questa bellezza cui siamo chiamati?

Gesù con la sua esistenza è venuto a farci gustare la meta della nostra corsa, e lasciata la terra, consegna a noi il testimone. Gesù consegna ai discepoli, confusi, paurosi e anche ancora increduli il testimone: “tocca a voi ora far gustare a tutti la bellezza della vita cristiana”.

Gesù si fida di me e crede che con la mia vita riuscirò a testimoniare la bellezza di Dio. Noi ci crediamo?

Non è un arruolamento di adepti ma un contagiare altri con il nostro modo di vivere, di essere, un affascinare. Insegnare alle persone a vivere ad amare immergendole nella vita di Dio.

Forse siamo ancora cristiani per dovere, per tradizione per soddisfare il precetto e non brucia in noi la vita di Dio che ci ha toccato in profondità, che rende la vita più semplice.

Gesù ci ha consegnato il testimone ma non ci lascia soli: “Sono con voi tutti i giorni…” Ci accompagna, c’è in ogni gesto di amore che compiamo e riceviamo, a noi imparare a riconoscerlo e gustare la sua presenza che ci spinge e ci accompagna.