S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

Il vangelo e la seconda lettura di oggi riportano l’espressione del cammino, del camminare. Camminate secondo lo Spirito, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino, mentre camminava… Il cammino metafora della vita, oggi tanti camminano per esigenze di salute, c’è il conta passi, quante calorie bruciamo… ma il cammino ci porta a chiederci ma dove stiamo andando, perché facciamo tante cose, siamo in cammino di corsa, preoccupati di questo e di quello.

Gesù nei vangeli ci è presentato sempre in cammino, è il cammino di Dio verso l’uomo, il farsi vicino l’incontralo lì dove l’uomo si trova specie nelle situazioni di buio, di solitudine. E questo cammino ha una direzione ben precisa, Gesù prende la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Fece la faccia dura, una decisione convinta di andare a Gerusalemme sapendo che lì si sarebbe compiuto nella croce la piena manifestazione dell’amore di Dio per l’umanità. Una faccia dura per non avere ripensamenti, una faccia dura per andare fino in fondo, per un dono totale.

Oggi non è scontato prendere una decisione ferma, decidersi totalmente per una direzione, per un dono totale di sé, per impegnarsi totalmente con costruire una relazione, si vuole sempre mantenere una via d’uscita o risparmiarsi qualcosa per sé. Giocarsi totalmente la propria vita non è scontato.

Di fronte a questa decisione c’è chi non accoglie, di fronte a questo Gesù non si impone, ai discepoli che usano la forza come criterio Gesù ribatte la libertà, Dio non si vendica mai, ma apre a strade nuove. Viviamo così il nostro essere cristiani, respiriamo questa libertà che non si impone ma apre a strade nuove?

Poi in tre personaggi Gesù rilancia tre atteggiamenti di fondo che il discepolo in cammino è invitato a vivere.

Non aver dove posare il campo… chi si sforza di vivere l’amore gratuito, di andare incontro al povero a chi ha bisogno si prepari ad una strada scomoda, ad essere disponibile di pagare di persona, non vivere nell’agio della tranquillità.

Lascia che i morti seppelliscano i loro morti… non significa non rispettare i propri affetti ma non fermarsi solo ad essi, non guardare solo a se stessi. Gesù non contesta gli affetti umani ma indica di formarsi a essi, che non diventino un pretesto per non aprirsi alla novità del regno e fermarsi al già visto, al già pensato. E’ una richiesta di radicalità, dove l’amore a Dio ha il primo posto. Ciò potrebbe ingenerare una contrapposizione tra Dio e l’uomo. A volte nelle relazioni si pensa di amare l’altro ma si scivola nel possedere l’altro, oppure si ha paura di perdere l’altra persona. Invece amare Dio porta ad amare le persone in maniera liberante, gratuita. Il discepolo che segue il maestro è aperto alla freschezza della buona notizia.

Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volta indietro… quante volte fatta una scelta ci viene da voltarci indietro: a se sapevo non avrei fatto, ripensamenti. Essere discepoli e guardare avanti con la fiducia che il spendersi per il regno, per dire che Dio è vicino all’uomo ne vale la pena.

Camminate secondo lo Spirito…