S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

foglietto n. 4/2022

Domenica 23 Gennaio 2022
III del Tempo Ordinario

SCARICA IL FOGLIETTO DEI CANTI DELLA MESSA DELLE 9.30

Domenica della Parola – “BEATO CHI ASCOLTA LA PAROLA DI DIO” (Lc 11, 28)

Il testo che Papa Francesco ha scelto per la Domenica della Parola di Dio è fortemente espressivo per la vita della comunità cristiana: Beato chi ascolta la Parola di Dio! L’evangelista Luca mette in evidenza che non basta solo ascoltare Gesù, ma mettere in pratica le sue parole.

Continua in questi giorni la preghiera per l’unità dei cristiani – fino al 25 gennaio
“In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti per onorarlo”

Appuntamenti e Avvisi settimanali
La Catechesi, per ragazzi delle elementari e medie – Mese di gennaio ci sarà l’incontro di Catechesi in Famiglie: i ragazzi sono invitati alla Messa del sabato o della domenica,

Oggi 23 gennaio: “Domenica della Parola” è un invito ai cristiani ad ascoltare e custodire la Parola del Signore – S. Messa ore 9.30 sono invitati i ragazzi del catechismo, al termine riceveranno la traccia per la catechesi in famiglia; ore 10.15 – 12.30 Apertura del Bar dell’Oratorio per le famiglie;
* Martedì 25 gennaio ore 20.30 in Salone Teatro di S. Ambrogio: I° Incontro formativo dei volontari delle Caritas della nostra Collaborazione pastorale – tema: CARITA’ E POVERI” in collegamento con la Caritas diocesana;
* Mercoledì 26 gennaio ore 18.30 a San Ambrogio: Incontro degli adulti che organizzano il Grest;
* Sabato 29 gennaio S. Messa ore 18.00 animata dal Gruppo di 1^Media – dopo la Messa in chiesa, incontro con i genitori e i ragazzi;
Domenica 30 gennaio alla S. Messa delle 9.30 con i ragazzi del catechismo;
al pomeriggio ore 16.30 Salone del Teatro di S. Ambrogio: Incontro di catechesi con i genitori della Terza Elementare di S. Ambrogio e Silvelle nel percorso di preparazione al Sacramento della Riconciliazione;

Prenotazione delle Messe per i defunti: in canonica e in sacrestia prima e dopo le celebrazioni;

Per la partecipazione alle celebrazioni in Chiesa, in questo periodo ancora critico, la Conferenza episcopale italiana raccomanda a tutti il rispetto delle norme sanitarie per proteggere le persone più deboli e vulnerabili – i posti sono quelli previsti dal protocollo per la sicurezza, attenersi al distanziamento tra persone che non sono dello stesso nucleo familiare; portare sempre la mascherina e igienizzazioni delle mani

* Carità verso i poveri delle parrocchie: Raccolta dei generi alimentari – CESTO della CONDIVISIONE in Chiesa per il Centro di Ascolto di Levada; (Sabato 9 gennaio ha riaperto dopo la pausa natalizia); in questi mesi è cessata la raccolta e distribuzione del vestiario a Levada, per chi fosse interessato questo servizio continua presso Sede del Gruppone  a Rustega – via Guizze Alte n° 34 – Orario di apertura al sabato ore 14.30 – 18.00

* Riprende l’iniziativa per Giovani e Adulti: “Il Vangelo nelle case” tempo di ascolto e di condivisione sulla Parola di Dio – Lunedì 31 gennaio ore 20.30 in Oratorio di Silvelle: (per ora ci ritroviamo negli ambienti della parrocchia a motivo della pandemia)

Incontro dei Consigli Pastorali Parrocchiali:
Martedì 1 Febbraio ore 20.45 a Silvelle
Giovedì 3 Febbraio ore 20.45 a S. Ambrogio

Presentazione della Lettera Pastorale del Vescovo: “Subito cercammo di partire” e confronto sulla traccia per il cammino sinodale della Chiesa italiana

COMMENTO AL VANGELO

Il programma di Gesù: portare gioia e libertà
di E. Rocchi

Vangelo di Luca (1,1-21)

  Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me(…) Allora cominciò a dire: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Tutti gli occhi erano fissi su di lui. Erano appena risuonata la voce di Isaia: parole così antiche e così amate, così pregate e così desiderate, così vicine e così lontane.

Gesù ha cercato con cura quel brano nel rotolo: conosce bene le Scritture, ci sono mille passi che parlano di Dio, ma lui sceglie questo, dove l’umanità è definita con quattro aggettivi: povera, prigioniera, cieca, oppressa. Allora chiude il libro e apre la vita. Ecco il suo programma: portare gioia, libertà, occhi guariti, liberazione. Un messia che non impone pesi, ma li toglie; che non porta precetti, ma orizzonti.

E sono parole di speranza per chi è stanco, è vittima, non ce la fa più. Dio riparte dagli ultimi della fila, raggiunge la verità dell’umano attraverso le sue radici ammalorate. Adamo è povero più che peccatore; è fragile prima che colpevole; siamo deboli ma non siamo cattivi, è che abbiamo le ali tarpate e ci sbagliamo facilmente. Nel Vangelo mi sorprende e mi emoziona sempre scoprire che in quelle pagine accese si parla più di poveri che di peccatori; più di sofferenze che di colpe. Non è moralista il Vangelo, è liberatore.

Dio ha sofferto vedendo Adamo diventare povero, cieco, oppresso, prigioniero, e un giorno non ha più potuto sopportarlo, ed è sceso, ha impugnato il seme di Adamo, ha intrecciato il suo respiro con il nostro respiro, i suoi sogni con i nostri. È venuto ed ha fatto risplendere la vita, ha messo canzoni nuove nel cuore, frantumi di stelle corrono nelle nostre vene. Perché Dio non ha come obiettivo se stesso, siamo noi lo scopo di Dio. Il catechismo sovversivo, stravolgente, rivoluzionario di Gesù: non è l’uomo che esiste per Dio ma è Dio che esiste per l’uomo. E considera ogni povero più importante di se stesso. Io sono quel povero. Fiero per fierezza d’amore: nessuno ha un Dio come il nostro.

E poi Gesù spalanca ancora di più il cielo, delinea uno dei tratti più belli del volto del Padre: «Sono venuto a predicare un anno di grazia del Signore», un anno di grazia, di cui Gesù soffia le note negli inferi dell’umanità (R. Virgili); un anno, un secolo, mille anni, una storia intera fatta solo di benevolenza, a mostrare che Dio non solo è buono, ma è soltanto buono.

«Sei un Dio che vivi di noi» (Turoldo). E per noi: «Non ci interessa un divino che non faccia fiorire l’umano. Un divino cui non corrisponda la fioritura dell’umano non merita che ad esso ci dedichiamo»” (D. Bonhoffer).

Forse Dio è stanco di devoti solenni e austeri, di eroi dell’etica, di eremiti pii e pensosi, forse vuole dei giullari felici, alla san Francesco, felici di vivere. Occhi come stelle. E prigionieri usciti dalle segrete che danzano nel sole. (M. Delbrêl).