S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

Quando si loda il Signore? Quado si riconosce che ha fatto qualcosa per noi, quando abbiamo sperimentato, visto la sua presenza, la sua azione. Non è sempre così scontato questo. Dite ai smarriti di cuore: “Coraggio, non temere. Ecco il vostro Dio”.

Possiamo essere smarriti di cuore per tanti motivi, per una sofferenza, perché non ne capiamo il senso, perché le cose non girano, non capiamo la direzione da prendere, perché ci sentiamo o ci troviamo soli. Magari abbiamo tanti contatti ma soli in una situazione che non possiamo condividere. Questo è il male peggiore, non poter comunicare, l’isolamento.

E’ la situazione di quel sordomuto, non può comunicare, isolato emarginato. Quando non c’è comunicazione non c’è comunione e questo crea smarrimento di cuore.

Ci sono delle persone che portano il sordomuto da Gesù, bello forse degli amici, dei conoscenti che non fanno finta di niente e si interessano di lui. Possiamo essere anche noi questi amici il non essere indifferenti ai bisogni necessità di chi ci è vicino. Oppure abbiamo sperimentato qualcuno che ci ha aiutato ci ha accompagnato dalla persona giusta.

Gesù prende in disparte il sordomuto, da una dignità un’attenzione particolare a chi ha bisogno, a chi si trova nella situazione di necessità, non è un numero. In questo incontro avviene la guarigione, guardiamo attraverso quali passaggi e gesti avviene questa liberazione.

Gesù tocca le parti malate, chiuse, bloccate del corpo. Non teme di toccare anzi cerca il rapporto corporeo. La salvezza, la guarigione avviene attraverso il corpo, non lo salta, non è qualcosa di etereo.

E’ un contatto in vista di un “Apriti”. Un contatto che porta a sciogliere i nodi che bloccano, ad aprire ciò che è chiuso e che impedisce di far circolare la vita. E quelle ferite diventano delle feritoie dove passa la vita la luce.

Possiamo pensare a quando questo è accaduto nella nostra vita, quando l’agire di Dio è passato attraverso il corpo di Cristo che è la chiesa, che siamo noi oggi. Quando qualcuno si è fatto vicino, ha toccato, condiviso le nostre chiusure, infermità, rigidità o paure, ci ha invitato ad aprire a sciogliere a fidarci di condividere. Quel contatto che vince la paura dell’latro o la presunzione o superbia di bastare a noi stessi. Quel contatto, quell’ascolto o quella parola di interessamento sincero rivolta che ci ha tolto dalla solitudine dell’isolamento.

L’agire la fedeltà di Dio sono concreti: rende giustizia gli oppressi, dà il pane agli affamati, libera i prigionieri, ridona la vista ai ciechi, rialza chi è caduto, protegge i forestieri, sostiene l’orfano e la vedova (cioè i deboli).

Gesù guarisce non per legare a sé o fare adepti, ma per vedere l’uomo libero, vivente.

Loda il Signore anima mia, che queste parole del salmo possano essere nostre perché abbiamo visto e gustato la fedeltà, l’agire di Dio per noi, ma anche perché altre persone hanno visto e gustato la fedeltà di Dio attraverso di noi.