S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

foglietto n. 15/2021

Domenica 11 Aprile 2021
II di Pasqua

Le ferite del Risorto, alfabeto di amore

Vangelo di Giovanni (20,19-31)
   La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo» (…).

Ascolto della Parola
 Otto giorni dopo venne Gesù, a porte chiuse. Mi conforta pensare che, se anche trova chiuso, Lui non se ne va, ma continua il suo assedio dolce e implacabile. Otto giorni dopo è ancora lì: l’abbandonato ritorna da quelli che sanno solo abbandonare, il tradito ritorna da quelli che lo hanno consegnato ai nemici. Venne e stette in mezzo a loro.
   Le sue apparizioni non hanno mai il clamore di una imposizione. Non si preoccupa di sé, il Risorto, ma del pianto di Maddalena, delle donne che vanno, anzi corrono per profumare il suo corpo straziato, delle paure degli apostoli, delle difficoltà di Tommaso, delle reti vuote dei suoi amici quando tornano sul lago dove tutto ha avuto inizio. Non viene a chiedere, viene a portare aiuto. Per questo è inconfondibile.

Ricordiamo nella preghiera Cazzaro Martina che è mancata in maniera tragica in questi giorni.
Affidiamo questa nostra giovane all’incontro con il Signore che ha vinto la morte, preghiamo per i suoi familiari che vivono un così grande il dolore.

TEMPO DI PASQUA – “Cristo è risorto Alleluia!”

     L’evento pasquale di Gesù è il fondamento di tutta la fede cristiana. Il tempo pasquale (50 giorni fino alla festa di Pentecoste: Domenica 23 maggio) prolunga la memoria di questo evento. La Pasqua celebrata per cinquanta giorni permea la vita delle comunità cristiane, ne caratterizza gli atteggiamenti: gioia, libertà, condivisione e la comunione fraterna.
Si sono svolti sabato mattina i funerali di Martina Cazzaro, la 19 enne della nostra comunità che in maniera tragica ha concluso la sua vita; un gesto di disperazione che ha generato tanto dolore nei suoi familiari, negli amici e quanti conoscevano Martina. Molte le persone che hanno partecipato al rito, tanti i giovani presenti che hanno manifestato il loro affetto a questa ragazza impegnata nell’Azione Cattolica.
Questo l’invito di don Maurizio ai ragazzi e giovani: siate capaci di affrontare le amarezze della vita; la strada in salita che a volte bisogna percorrere; anche i dispiaceri che possono far parte del vostro cammino. Alzate sempre lo sguardo, agli ideali più belli a ciò per cui vale spendere la vita, senza mai dimenticare che c’è sempre qualcuno che ha bisogno di vostro aiuto, della vostra amicizia della vostra bontà. Quando è necessario sappiate chiedere aiuto, non è motivo di debolezza, ma di forza.
Il parroco ha infine chiesto agli adulti e ai genitori della comunità di continuare il loro impegno educativo per il bene dei figli, per saperli ascoltare e aiutare nei momenti difficili che possono attraversare.

   Anche l’Azione Cattolica diocesana ha voluto manifestare al sua vicinanza, alla comunità, inviando questo messaggio inviato ai sacerdoti

                                                      Carissimi don Maurizio e don Riccardo,

    attraverso i nostri aderenti, ci sentiamo parte della vostra comunità ferita ancora una volta da un dolore umanamente inaccettabile. Invochiamo l’azione dello Spirito Santo su di voi, perché vi suggerisca parole, gesti, sguardi che possano lenire il turbamento delle persone che hanno conosciuto, amato, lavorato con Martina e che istintivamente vorrebbero capire ….
   Pur rispettando il vostro personale dolore, confidiamo nella vostra vicinanza ai nostri associati e vi affidiamo in particolare i ragazzi e i giovani educatori, bisognosi ancora di più di un punto fermo, di un’ancora da afferrare per non annegare in un mare tumultuoso di sentimenti contrastanti e terribilmente sconcertanti.  Il Signore vi accompagni nel lungo cammino che servirà per rasserenare i cuori.

                                                             La Presidenza diocesana di AC

Appuntamenti della Settimana:
Mese di aprile la Messa feriale del Venerdì sarà celebrata alla sera alle ore 18.30 (può favorire chi non riescono a partecipare alla domenica);
* Domenica 11 aprile – Festa della Divina Misericordia ore 15.00 in Chiesa a Trebaseleghe: preghiera della Coroncina e Adorazione Eucaristica;
* Lunedì 12 aprile ore 20.30 – 21.30 in Chiesa a S. Ambrogio: “Ascolto della Parola” per giovani, adulti,, con modalità del Vangelo nelle case
* Martedì 13 aprile ore 20.00 a Silvelle: Recita del Rosario a piedi lungo l’Ostiglia (preghiera per le famiglie e i ragazzi);

La prossima settimana Incontro dei Consigli Pastorali:
* Martedì 20 aprile ore 20.30 in canonica a S. Ambrogio;
* Mercoledì 21 aprile ore 20.30 in Oratorio a Silvelle;

Catechesi  S. Ambrogio aprile a maggio in Oratorio tenendo conto di tutte le regole della sicurezza per le attività di gruppo, previste in parrocchia, in questo periodo a motivo del Covid
Gruppo 2^ Elementare:  Martedì pomeriggio
Gruppo 3^ Elementare: Sabato mattina
Gruppo 4^ Elementare: Sabato pomeriggio
Gruppo 5^ Elementare: Sabato mattina
Gruppo 1^ Media: Venerdì pomeriggio
Gruppo 2^ Media: Venerdì pomeriggio
Gruppo 3^ Media: Lunedì pomeriggio

Iniziative Estive per le 4 Parrocchie di Trebaseleghe: GREST Estate 2021 stiamo progettando qualche esperienza per i ragazzi, chiediamo la disponibilità degli adulti, contattare don Riccardo 3202471343

Ringraziamo di cuore coloro che in questi giorni, hanno dato il loro apporto alla comunità con la BUSTA PARROCCHIALE che è estata recapitata in parrocchia, segno di collaborazione agli impegni economici della comunità.

Gesto di Carità: Raccolta dei generi alimentari – CESTO della CONDIVISIONE, in Chiesa (aiuto alle famiglie del territorio, si portano generi di prima necessità riso, legumi, scatolame) verranno distribuiti al sabato pomeriggio presso il Centro Caritas a Levada:

COMMENTO AL VANGELO

Le ferite del Risorto, alfabeto d’amore
di E. Rocchi

I discepoli erano chiusi in casa per paura. Paura dei capi dei giudei, delle guardie del tempio, della folla volubile, dei romani, di se stessi. E tuttavia Gesù viene. In quella casa dalle porte sbarrate, in quella stanza dove manca l’aria, dove non si può star bene, nonostante tutto Gesù viene. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù a porte chiuse.

La prima sua venuta sembra senza effetto, otto giorni dopo tutto è come prima, eppure lui è di nuovo lì. Secoli dopo è ancora qui, davanti alle mie porte chiuse, mite e determinato come un seme che non si lascia sgomentare da nessun nero di terra. Che bello il nostro Dio! Non accusa, non rimprovera, non abbandona, ma si ripropone, si riconsegna a discepoli che non l’hanno capito, facili alla viltà e alla bugia. Li aveva inviati per le strade di Gerusalemme e del mondo, e li ritrova ancora paralizzati dalla paura. In quali povere mani si è messo. Che si stancano presto, che si sporcano subito. Eppure accompagna con delicatezza infinita la fede lenta dei suoi, ai quali non chiede di essere perfetti, ma di essere autentici; non di essere immacolati, ma di essere incamminati. E si rivolge a Tommaso – povero caro Tommaso diventato proverbiale. Ma è proprio il Maestro che l’aveva educato alla libertà interiore, a non omologarsi, rigoroso e coraggioso, ad andare e venire, lui galileo, per le strade della grande città giudea e ostile.

Gesù lo invita: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco. La risurrezione non ha richiuso i fori dei chiodi, non ha rimarginato le labbra delle ferite, come ci saremmo aspettati. Perché la croce non è un semplice incidente di percorso da superare e dimenticare, ma è la gloria di Gesù, il punto più alto dell’arte divina di amare, che in quelle ferite si offre per sempre alla contemplazione dell’universo. È proprio a causa di quei fori nelle mani e nel fianco che Dio l’ha risuscitato, e non già nonostante essi: sono l’alfabeto indelebile della sua lettera d’amore. Gesù non vuole forzare Tommaso, ne rispetta la fatica e i dubbi, sa i tempi di ciascuno, conosce la complessità del vivere. Ciò che vuole è il suo stupore, quando capirà che la sua fede poggia sulla cosa più bella del mondo: un atto d’amore perfetto. Tocca, guarda, metti!

Se alla fine Tommaso abbia toccato o no, non ha più alcuna importanza. Mio Signore e mio Dio. Tommaso ripete quel piccolo aggettivo “mio” che cambia tutto. Mio non di possesso, ma di appartenenza: stringimi in te, stringiti a me. Mio, come lo è il cuore. E, senza, non sarei. Mio, come lo è il respiro. E, senza, non vivrei.